Per ritrovare nella storia Fiat un' utilitaria/familiare bisogna risalire alla Topolino 500 C Belvedere, fuori produzione dal 1955. In seguito, numerosi furono gli studi condotti su un' eventuale adattamento della 600 ma il suo motore posteriore a 4 cilindri verticali raffreddato ad acqua non permetteva l'ottenimento di un piano di carico ben sfruttabile e nemmeno un'apertura posteriore. Dalla Fiat 600 era già derivata la Multipla (1956), vera antesignana della moderne monovolume compatte, destinata soprattutto all'impiego come "taxi" o al trasporto merci. Il suo principale limite era la linea troppo rivoluzionaria che non incontrò il favore del pubblico, nonostante gli indiscussi pregi di praticità ed economia.
Nonostante all'epoca le vetture "familiari" stentassero ad affermarsi sul grande pubblico, in quanto troppo legate ad un'immagine di veicoli commerciali, si pensò di partire dalla 500 (dopo un paio d'anni dalla presentazione finalmente avviata al successo) per realizzare una piccola "station" utile per lo svago e per il lavoro.
La 500 Giardiniera fu dunque presentata nella primavera del 1960 e terminerà la sua lunga carriera con il marchio Autobianchi, dal 1968 fino al 1977 (per un totale di circa 330.000 esemplari prodotti). Utilizzando il medesimo pianale, l'Autobianchi contemporaneamente produsse una versione naturalmente più rifinita: la Panoramica (1960/1970). Oltre alla linea, derivata dalla Bianchina a passo maggiorato, le sostanziali differenze si riscontarono nel sistema di apertura degli sportelli: le portiere risultarono già "controvento", mentre lo sportello posteriore fu incernierato al tetto e non di lato, come invece accadde per la Giardiniera
Prima del lancio della Giardiniera, altri si cimentarono nell'impresa di adattare la nuova 500 ad una maggiore capacità di carico: qualche carrozziere, come Francis Lombardi, tentò di allungare il passo di una 500 berlina, in una configurazione assai prossima alla futura Giardiniera, mantenendo però il motore in posizione verticale; soluzione che non consentiva l'ottenimento di un vano bagagli capace ne tantomeno la possibilità di ricavare un vero sportello posteriore (Francis Lombardi, modello "Utility", 1959).
Nella berlina, il motore posteriore risultava essere troppo alto per permettere un piano di carico: Giacosa decise allora, genialmente,di ruotarlo di 90° verso destra, ottenendo così un bicilindrico orizzontale (tipo 120). Il nuovo propulsore aveva la caratteristica di un'estrema compattezza e, soprattutto, di un ridotto ingombro verticale tale da venir subito ribattezzato "sogliola".
Accensione, carburazione e raffreddamento furono rivisti. L'accensione fu modificata e posta a fianco della distribuzione; un nuovo carburatore Weber 26 OC orizzontale prese il posto del solito Weber 26 IMB 4 della berlina. L'accesso al motore era consentito da un'ampia botola situata sul piano di carico; per la piccola manutenzione ed il rabbocco dell'olio ne venne creata una più piccola agevole raggiungimento senza interferire con il carico trasportato. Il raffreddamento fu interamente riprogettato : la griglia di aspirazione della berlina fu soppressa. Giacosa immaginò un sistema di circolo d'aria prelevata grazie ad una ventola accoppiata alla dinamo e aspirante l'aria per mezzo di bocche situate sulle fiancate. L'aria passa dunque dentro a condotti nella doppia scocca, dentro la traversa posteriore, per giungere fino al motore. Il serbatoio carburante, nella sua prima conformazione, risultò in posizione centrale nel vano anteriore; fu poi sostituito nel 1965 con il serbatoio della F, a sviluppo orizzontale.
All'esterno, la Giardiniera presenta delle nuove luci posteriori, di forma allungata, un nuovo portalampada luce targa e uno specchio retrovisore fissato sul montante anteriore sinistro. Dalla sua presentazione, la Giardiniera conserverà le porte "a vento" fino al termine della sua produzione, nel 1977: questo perché i veicoli commerciali benficiarono di una deroga alla legge italiana del 1964 a riguardo del verso di apertura apertura delle portiere. La 500 Giardiniera beneficierà in seguito dei cambiamenti apportati alla 500 F e R, perdendo, dunque, le modanature di allumino laterali e sul cofano anteriore. Suoi principali tratti distinitivi si ritrovano nelle coppe cromate, di diversa foggia rispetto alla berlina, e alla presenza dello specchietto retrovisore: introdotto, per legge, in Italia solo nel 1976, ma già d'obbligo sui veicoli omologati come "promisqui". Lo specchietto retrovisore in origine venne posto alla gronda del montante sinistro anteriore, poi spostato a lato. Il serbatoio cambia forma con l'introduzione della serie F.Caratteristica della Giardiniera é il tetto in tela lungo tutto il padiglione
L' interno rimane pressoché identico alla berlina : stessa strumentazione, stessi comandi e stessa tappezzeria; la strumentazione segue l'evoluzione dei modelli berlina D e F. Nel 1968, in coincidenza con il passaggio all'Autobianchi, volante e tachimetro vengono realizzati in plastica nera: soluzione poi adottata per l'introduzione della R nel 1972. La Giardiniera anticipa di un anno l'introduzione del lavavetro, di serie sulla D berlina solo nel 1961. L'allestimento interno si arricchisce con le modifiche via via apportate alla berlina: nel 1961 vengono introdotti il portacenere e le alette pareasole. Nel 1964 viene introdotto il ritorno automatico del tergicristallo e nel 1966 viene modificata la struttura dei sedili, realizzati a molle anziché a cinghia. Modificato e potenziata la climatizzazione con l'introduzione di due bocche per l'uscita dell'aria calda situate nella parte posteriore del tunnel. I finestrini posteriori, prima apribili a scorrimento, divengono apribili a compasso.
Una particolarità della Giardiniera di produzione Autobianchi erano gli indicatori di direzione laterali, più piccoli rispetto alle solite montate sulla berlina; le stesse adottate dalla Primula seconda serie.
Segnaliamo che la Giardiniera fu disponibile anche nella versione commerciale interamente metallica a soli due posti; le principali caratteristiche erano la scomparsa dei cristalli posteriori (cui prese il posto della lamiera) e il tetto, completamente di lamiera solcato da quattro nervature trasversali. Questa versione ebbe molto successo soprattutto presso gli artigiani e commercianti.
Modifiche meccaniche:
7/1964 : abolizione della botola per verificare il livello olio
6/1966 : sistema di ricupero vapori di combustione
6/1967 : tamburi posteriori in acciaio anziché alluminio
A livello di prestazioni, il motore sogliola sviluppò 17.5 CV à 4600 giri e permise alla Giardiniera di raggiungere i 95 Km/h (che sono poi gli stessi valori del tradizionale 110 a cilindri verticali). Fu anche riprogettato il sistema delle sospensioni : una nuova balestra all'avantreno ma soprattutto delle nuove molle e degli ammortizzatori rinforzati al retrotreno; Questo in previsione del maggiore peso del carico trasportato. Nella stessa ottica, fu potenziato il sistema frenante : furono adottati i freni della 600 e questo portò ad adottare ruote di disegno diverso rispetto alla 500.
La scocca : il problema prioritario fu quello dell'aspirazione dell'aria dopo la soppressione della griglia della berlina. Furono così poste dietro i cristalli posteriori, due griglie laterali, realizzate in alluminio (Fiat 1960/1967) e poi in plastica nera (Autobianchi 1968/1977). Questa soluzione permise ai progettisti di ottenere una terza porta incernierata sul fianco e comprendente una porzione di tetto, a vantaggio dell'accessibilità al vano di carico.
Capacità trasporto persone e bagaglio: Nel totale, la Giardiniera risultò misurare 3.185 m, ossia circa 21 cm più lunga della berlina; la portata ufficiale dichiarata dalla Fiat fu di 4 persone più 50 Kg di bagaglio, oppure di 200 Kg di carico utile (abbassando la panca posteriore). Il vano bagagli nella conformazione a 4 posti, a filo dello schinale, risultò misurare circa 0,25 m3; mentre il volume a pieno carico a sedili reclinati aumentava a ben 1 metro cubo. Piano di carico situato a circa 60 cm da terra. La Giardiniera si distinse per una maggiore fruibilità di spazio ai passeggeri posteriori, sia per le gambe, sia per le spalle e per la testa. Da segnalare un particolare dispositivo per mantenere aperto lo sportello posteriore (comprendente anche una porzione di tetto), per agevolare il carico/scarico di bagaglio e una cinghia per bloccare in posizione reclinata lo schienale posteriore.
Gamma colori |
cod. |
anno di costruzione |
Rosso corallo |
102 |
1968-1977 |
Rosso |
115 |
1961-1962 |
Rosso corallo |
135 |
1962-1963 |
Rosso scuro |
156 |
1965-1968 |
Giallo Positano |
208 |
1968-1972 |
Avorio chiaro |
214 |
1961-1963 |
Bianco |
233 |
1963-1977 |
Avorio |
234 |
1968-1977 |
Verde chiaro |
263 |
1962-1965 |
Verde brillante |
374 |
1972-1977 |
Verde osasis |
383 |
1962-1963 |
Blu turchese |
419 |
1968-1970 |
Blu scuro |
456 |
1960-1977 |
Blu cenere |
466 |
1964-1968 |
Blu medio |
469 |
1962-1968 |
Blu |
483 |
1963-1967 |
Beige sabbia |
583 |
1963-1967 |
Grigio chiaro |
615 |
1961-1962 |
Grigio acciaio |
675 |
1963-1968 |
Scheda tecnica:
Motore: 120.000 numero e posizione di cilindri: 2 orizzontali in linea, alesaggio e corsa: 67,4x70 mm, cilindrata totale 499,5cc, rapporto di compressione 7.1, potenza massima 17.5 cv a 4.000.giri/min.
Distribuzione: a valvole in testa con aste e bilancieri.
Alimentazione: pompa meccanica carburatore Weber 26 OC con dispositivo d’avviamento ad azione graduata.
Lubrificazione: forzata con pompa ad ingranaggi, depurazione dell’olio mediante filtro centrifugo.
Raffreddamento: ad aria forzata con termostato.
Frizione: monodico a secco con cambio a 4 marce più retromarcia; II, III, IV con innesti ad imbocco rapido (rapporti:I 3,700; II 2,067; III 1,300, IV 0,872; RM 5,140)
Freni: di servizio: idraulico a tamburo sulle quattro ruote, azionati da pompa a stantuffo e cilindretti, comandata da pedale. Di soccorso e stazionamento meccanico a tamburo sulle ruote posteriori, comandati da leva a mano.
Sospensioni: anteriori a ruote indipendenti con ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto e molla trasversale a balestra. Posteriori a ruote indipendenti con bracci oscillanti, molle elicoidali ed ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto.
Sterzo: a vite e settore elicoidale con tiranti di comando indipendente per ciascuna ruota. Diametro minimo di sterzata 8,60 m.
Ruote: a disco con cerchi 3,1/2x12, pneumatici 125-12 a bassa pressione
Dimensioni e peso: passo 1.940mm, lunghezza 3.185mm, larghezza 1.320mm, carreggiata anteriore 1.121mm, carreggiata posteriore 1.131mm altezza minima da terra 130 mm peso 560Kg.
Prestazioni: velocità massima 95 Km/h consumo medio 5,2 l/100 Km